Oggi 1 luglio.
In questo periodo tanti contribuenti italiani temono come la chiamata alle armi la telefonata (nella migliore delle ipotesi) o l’email per non dire il messaggio di WhatsApp da parte del proprio consulente che deve comunicare l’importo delle “tasse” del periodo.
Si usa erroneamente il termine “tasse” perché altrimenti si fatica a capire di cosa si parla.
Quindi iniziamo a capire meglio.
Cosa si paga tutti gli anni in questo periodo con i famigerati modelli F24?
Si pagano le imposte sui redditi e i contributi previdenziali.
Tradotto, si paga il dovuto allo Stato sui redditi guadagnati l’anno precedente e i contributi previdenziali utili alla nostra futura pensione.
Quindi tributi che servono allo Stato per la Spesa Pubblica e contributi che servono a pagare le pensioni (attuali e future).
Il problema è che si paga il saldo e il primo acconto.
Il saldo, come si può intuire è la cifra residua da pagare per chiudere il debito, tolti gli acconti (se ci sono).
L’acconto (ce ne sono ben 2 durante l’anno) è un anticipo dovuto sui redditi che si stanno ancora producendo (con grande fatica) nell’anno in corso.
Quindi, per ragioni che posso lasciare immaginare a tutti, lo Stato ci chiede di anticipare del denaro che in realtà dovremo realmente pagare l’anno successivo.
Perchè ce li chiede? Perché servono e mi fermo qui.
Il calcolo esatto del dovuto si trova nella dichiarazione dei redditi che ovviamente si può fare solo quando l’anno è finito e si sono fatti i calcoli esatti della situazione personale economica di ognuno di noi… quindi in estate.
Ma questo primo acconto su cosa si calcola?
Semplice. Sul nostro “vecchio” reddito, cioè quello che è stato dichiarato l’ultima volta.
E quant’è la misura di questo acconto? Il 40%.
40% di imposte e 40% di contributi.
Quindi chi per la prima volta entra nel fantastico mondo delle dichiarazioni dei redditi si vedrà arrivare una cifra che come esborso assomiglia molto a un’esagerazione visto che pagherà una volta e mezza il dovuto reale.
Potrei iniziare a fare filosofia a questo punto ma mi limito a far capire cosa c’è dietro quella cifra che il vostro consulente deve (suo malgrado) comunicarvi in tempo e che si riassume in un impietoso F24.
Puntata 1: le “tasse”
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